La Domenica del Corriere
ARTH.
Le astuzie di guerra
15-22 Dicembre 1912,-Anno XIV-Num.50, pp 15
Si parte dal presupposto che "non sempre il solo coraggio basta a farci trionfare sul nemico: è necessaria anche l’astuzia" e "l’astuzia fa parte della tattica militare" e si raccontano varie accortezze : anzitutto la trovata, ripresa consapevolmente o no da un’impresa di Giuseppe Garibaldi contro gli austriaci, del gen. Cagni che, sbarcato a Tripoli con un centinaio di marinai, diede loro l’ordine di girare ininterrottamente intorno a un promontorio in modo tale che al nemico lontano sembrasse che sbarcassero "foltissime schiere marinaresche" e in questo modo riuscì a ottenere la resa di un forte. Poi si sottolinea la trovata di dipingere di grigio le corazzate e di far indossare i soldati il caratteristico "panno bigiognolo", in modo da non essere troppo visibili, e si prosegue raccontando aneddoti sui trucchi escogitati dai francesi "durante la guerra del 1870", dai turchi nella guerra turco- russa del 1877-78, dai russi nella guerra russo giapponese. Infine si parla di "astuzie crudeli ma non illecite" come quelle messe in essere dai turchi nella guerra italo-turca: " Più d’un ufficiale mio amico reduce dalla Libia mi ha raccontato d’aver visto uccidere qualche collega da avversari feriti che cui s’andava presso per portar soccorso. Essi piombavano a terra fingendosi moribondi, talora fingendosi morti, e, appena i nostri erano vicini, con rapida mossa sparavano contro qualcuno a bruciapelo, fulminandolo. Naturalmente erano poi finiti a colpi di baionetta dai fedeli soldati inferociti." Per screditare alla fine i turchi accusandoli di astuzie "illecitissime" come issare la bandiera austriaca per far passere indisturbato un convoglio militare o nascondere in un feretro armi e munizioni o ancora mandare falsi tenenti medici a chiedere medicine nel campo avversario a scopo di spionaggio. La conclusione è che i nostri "avvedutissimi soldati" hanno scoperto tutte queste astuzie perché è dificilissimo "darla a bere agli italiani anche in territorio ove non è raro essere afflitti dallo stimolo della sete…"