La Domenica del Corriere
I nostri buoni ascari
13-.20 ottobre 1912,-Anno XIV-Num.41, pp 7
E’ un articolo piuttosto lungo per gli standard della rivista ( 2 colonne): si racconta la provenienza degli ascari, "che suscitano ora tra noi tanto legittimo entusiasmo", dalle più lontane regioni dell’Abissinia, il Sudan e "altre parti dell’Africa" e se ne loda la grande resistenza fisica nonché la sopportazione del dolore, citando esplicitamente aneddoti scritti da Ferdinando Martini. Inoltre, l’articolista insiste sulla loro propensione al combattimentoe a conferma di ciò sottolinea anche che "Tutte le loro canzoni non parlano che di guerra. E ve n’è una, commossa e profonda di sentimento, ch’è assai diffusa, sin dal tempo della nostra passata guerra d’Africa, per il Tigrè e per l’Hamasen. E’ il grido di dolore d’una donna il cui figliuolo è morto combattendo contro gl’italiani: O Belai, Belai, figlio di Ualdu, possessore del cavallo leardo.- O Belai, denti di latte, non eri tu forse amico di Ligg-Maasci?- O Belai, denti di latte, non passava teco forse le su egiornate Ligg-Salaba?- O Belai, tu ti vantasti; e ti uccisero a Dogali.- O Belai, che ti giovò la promessa di tornar vincitore?- O Belai, cadesti sotto l’aloe!- O Belai, o Belai, la tua treccia di capelli era il discorso del Tigrè.- O Belai, io ti piango morto in prossimità della rupe.- O Belai, tua madre ti può forse sopravvivere?- O Belai,non tornasti sul tuo mulo grigio, perché?- O Belai, perché non hai tu un fratello che faccia le tue vendette?" Forse con lo scopo di mitigare parzialmente il tono anti italiano della canzone, si ricorda che "questi formidabili soldati hanno combattuto da eroi- a fianco dei nostri- a Mai-Daro contro il famoso Ligg-Ilma; presso le acque di Halat nel marzo 1891; ad Agordad, contro i Dervisci, nel ’93 e nel ’97; a Kassala nel ’94; ad Adua nel ’95 [sic]; a oatti e Senafé nel ’95 e di nuovo a Kassala nel ’96."