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La Domenica del Corriere

Luigi Pompejano

Viva l’Italia!

7-14 luglio 1912,- Anno XIV-Num.27, pp 14-15

: Il racconto è organizzato in cinque sequenze:1- il salvataggio di Ninetta, una giovane "bella come una pittura" che si era buttata nel Tevere; 2-il colloquio tra lo zio della giovane disonorata, Mastro Ireneo, ciabattino, e il Moro che l’ha salvata e che perora la causa della ragazza, incinta, e del suo innamorato, Tonin, operaio-poeta;3- il quadretto allegro delle nozze, con la sorpresa della vincita al lotto del ciabattino che aveva giocato i numeri legati al tentato suicidio e al salvataggio è animato dall’euforia della guerra in arrivo( "Evviva la guerra! Abbasso i Turchi" grida Ireneo nella gioia della vincita di seicento lire, di cui "Cinquanta franchi per le famiglie dei soldati, se è vero che si fa la guerra![…]- Purché la guerra si faccia!- esclamò il Moro.- Sangue di…- gridò il vecchio- sarebbe bella che non si facesse! E… la volete sentire? Se mi lasciano andare… […] ci vado anch’io! Avete letto i giornal? E’ imminente! Ci si va! Ci si va!"), euforia patriottica che nemmeno la certezza della chiamata alle armi dello sposo vale a spengere(" –Ebbene!... sangue di… che c’è da piangere? Siamo vigliacchi forse?... Si sapeva!... Ci si va! […] A Tripoli, perbacco! Su!...Viva l’Italia! Brindiamo!"); 4- il dialogo tra Ninetta, lo zio e l’amico Nicchia, detto professore, nel quale si raccontano al lettore gli sviluppi della storia: il bambino è nato, Tonin è a Tripoli, si sa che " è sano e s’è battuto anche", ma la posta arriva di rado perché "hanno altro da fare, quei poveri ragazzi, laggiù". A questo punto il testo comincia a virare verso il patetico: arriva una lettera, che si intuisce già che sarà l’ultima, che Ninetta legge a voce alta piangendo(" Carissima. Due righe in fretta, per dirti che sto bene, come spero di te, di tutta la famiglia e specialmente del pupo, che non vedo l’ora di baciarmelo. Le mie notizie te le ho date con la lettera precedente: ora non ci ho altro dadire che domani, presto, all’alba, sortiamo colla mia brigata; non ci hanno detot dove, ma certo andremo a dare qualche batosta a quei brutti ceffi. Appena saremo di ritorno, ti scriverò altro.[…]"). Al professore il compito di riportare in scena la nota patriottica: " No, no, sora Ninetta, non si deve piangere. Cuore fermo ci vuole! L’Italia è rinata. Vi ricordate delle madri e delle spose antiche? Consegnavano le armi ai loro uomini, e li mandavano a combattere- - Ben detto, ben detto- aggiunse mastro Ireneo-: vedete?... Io ritaglio ogni mattina dai giornali le figure dei nostri eroi, e le incollo su le pareti […] vi sono tutti i generali e tutti i soldati che hanno fatto qualche cosa: fra poco ci sarà anche Tonin"); 5- l’ultima sequenza è di morte e resurrezione: Tonin è "caduto laggiù in uno scontro agli avamposti", Ninetta si dispera ma tornano i reduci e il Moro, il professore e mastro Ireneo mettendo alla finestra il tricolore incitano la vedova in lacrime al coraggio : " rassegnazione ci vuole! Non siete sola voi, sora Ninetta, a lamentarvi. Quante altre! E… in tutta Italia […] Nella Sicilia, nella lontana Sardegna, da per tutto… e madri e spose! Dice bene il professore, che legge tutto e sa tutto: cuore forte ci vuole! E vantatevi, che anche questo stambugio di un povero portinaio […] ha dato il suo eroe! Eccolo là, povero amico: anche lui sui giornali! Come s’è battuto! Chissà quanti ne ha mandati… ad Allah, ch’è il Dio di quei morammazzati!". Nel culmine della sfilata il vecchio Ireneo, soldato della breccia di Porta Pia, avvolge l’orfano neonato nella bandiera e lo mostra alla folla, che applaude quel "quadro di gentilezza e di significazione: quasi la vecchia e la novissima Italia che si fondevano in un’allegoria sublime" ( " Su, pupo mio , grida anche tu![…] grida tuo nonno per te : Viva l’Italia!". Nel frattempo, il Moro risolve la questione della vedovanza di Ninetta e delle sue lacrime proponendole di sposarlo e il racconto finisce su un "Viva l’Italia!" gridato dalla folla, "mentre il vento recava, a tratti, gli squilli dell’inno e della marcia reale".

novella - patriottica

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