La Domenica del Corriere
La terribile avventura d’un ufficiale
21 -28 gennaio 1912,- Anno XIV-Num.3, pp 7
La "terribile avventura" è quella capitata al sottotenente Bernardo De Blaw che , a Derna, tornato indietro con cinque o sei uomini per soccorrere il tenente Secreti, ferito, è a sua volta ferito gravemente: il fatto che il De Blaw, " dal letto d’ospedale di Derna" fosse stato capace di fare, della vicenda, un resoconto burocratico che vira verso l’epico, fece sì che le sue parole venissero pubblicate sia sull’"Illustrazione italiana" che sulla "Domenica del Corriere": " Ad uno ad uno cademmo tutti. Io, colpito alla mammella sinistra, fui passato da parte a parte dal proiettile. Un arabo a pochi passi, colse il momento in cui caricavo il fucile. Stramazzai al suolo, mi trascinai ancora per un dieci passi e poi fui raggiunto da cinque o sei beduini. In un batter d’occhio mi spogliarono; per istinto cercai di opporre resistenza, ma fu vana. Mi spogliarono completamente nudo, pardon mi lasciarono le calze. Ero nauseato: dover io, incapace ormai a difendermi vedere questa turba di indemoniati a trapparsi tra di loro i miei indumenti! Protesi le mani quando vidi nelle mani loro il mio portafoglio. Non era il denaro, ma i ritratti della famiglia che non volevo lasciar loro. Speravo che ormai fossero soddisfatti. No! Uno, il più brutale, armato di sciabola-baionetta, mi menò un fendente sulla testa. Un fitto velo di sangue mi passò sugli occhi, pure ancora non perdetti i sensi; cosicché mi accorsi che lo stesso stava vibrandomi un altro colpo di sotto al ventre. Pure essendo del tutto spogliato mi rimaneva ancora la pistola assicurata al collo dal cordone, carica di due colpi, e stava nascosta dietro di me. Io intanto ero riuscito a sollevarmi un poco, quasi seduto. Fu un attimo: tirai un colpo. Il mio assassino retrocedette. Non so se lo colpii, ma un altro predone mi disarmò tosto della rivoltella, e mi sparò l’ultimo colpo( fortunatamente l’ultimo che vi era), a bruciapelo che, fortunatamente ancora, riuscii a parare con la sinistra, ferendomi al polso. Benché in quello stato, cercarono trascinarmi per una ventina di passi: sembrava dal loro gestire volessero condurmi a … vita beata! Colle mieforze, ormai pochine, cercavo resistere, cosicché mi trascinavo carponi. In quel mentre qualche lontano colpodi fucile nostro mise in fuga i meii giudei, lasciandomi al suolo, mai più credendo io valessi quanto una palla di piombo di grazia.Mi trascinai allora per un quarto d’ora, in tutto però facendo pochi passi. Passai vicino alle spoglie dei miei compagni dell’ora fatale, finchè qualche soldato mi scorse. Corsero a me, mi sollevarono.Alle loro grida, primo ad accorrere fu Visconti, il tenente medico parmigiano. Come ci baciammo! Si tolse la giubba, mi coprì, e poco dopo arrivava la barella. Ero salvo!"