Illustrazione italiana
Canne al vento- cap. V
9 febbraio 1913 - Anno XL- Num. 6, pp 139-143
Il settimanale aveva cominciato a pubblicare a puntate dal 12 gennaio del 19I3 il romanzo della Deledda "Canne al vento". Il capitolo V pubblicato in questo numero contiene riferimenti alla guerra di Libia: cantastorie girovaghi improvvisano «ottave pro e contro la guerra di Libia», trascritte in stretto dialetto sardo e Giacinto progetta di arricchirsi con la guerra, senza altra obiezione da parte della coscienza morale del romanzo, Efix, se non sulla fonte del denaro da investire:«“Andrò a Nuoro, comprerò formaggio, bestiame, lana, vino, persino legna, sì: perché adesso, con la guerra, tutto ha valore. Andrò a Roma e offrirò la merce al Ministero della Guerra. Sai quanto c’è da guadagnare?”“Ma! E i capitali?” ». Pertanto, contrariamente a quanto accade per Pascoli e D’Annunzio, la Deledda resiste agli entusiasmi nazionalistici e sceglie di lasciare appena accennata la vicenda storica, secondo il modello verghiano dei Malavoglia, che aveva chiuso in un inciso l’evento della battaglia di Lissa.