Illustrazione italiana
Gualtiero Castellini
Ricordi minimi di un corrispondente di guerra
19 gennaio 1913- Anno XL- Num. 3, pp 56
Castellini prosegue il racconto avviato nel numero precedente sul suo soggiorno in Libia, specificando meglio i problemi tragicomici di alloggio e di vitto. Per quel che riguarda l’alloggio, Castellini accenna alla sua prima abitazione "di un gusto orientale come quelli delle Mille e una notte" , ma soprattutto insiste sullo squallore della seconda casa, "uno stambugio scovato in Zenghet-el- Bagara ( il poetico nome significa "Viottolo della Vacca") […] camera male illuminata da una lampadina ad olio, donde l’olio colava sulle cartelline bianche deposte sul tavolo: io scrivevo di notte, assonnato, e la mattina dopo spedivo gli articoli al giornale su carta oliata". Per il vitto, rievoca il "vagabondaggio di mensa in mensa", soprattutto a Derna, dove, peraltro ha avuto "anche una colazione con concerto, non di dame viennesi, sì bene d’artiglieri di montagna" e il "club" dei piroscafi dei Servizi Marittimi, dove si trovava ogni ben di Dio, ma si rischiava il mal di mare.