Il Corriere della Sera
Luigi Barzini
Intenzioni d’attacco frustrate dalle batterie di Derna
Gli umori degli arabi
Domenica, 31 marzo 1912 -Anno 37- Num. 91, pp 1
Si tratta di un articolo di fondo in tre colonne in corsivo, datato "Derna 26 marzo" e organizzato in tre paragrafi: "La fine della battaglia"- "Storia d’una lettera"- "Poesie per Enver Bey"- "Per Milano km.2000". Barzini si trova ormai da giorni a Derna, ma in quel momento la guerra ha preso l’aspetto e il lento ritmo di una guerra di posizione: il giornalista confeziona un articolo che procede a balzi, per associazioni di idee: ed esempio, dalla quiete del fronte, dovuta ad una ipotetica assenza dal campo nemico di Enver Bey, si passa al racconto di una lettera compromettente e di due poesie filo-turche , una delle quli dedicata appunto a Enver Bey, ritrovate fra le carte di un ricco e colto commerciante di Derna, El- Sciueri, condannato poi al confino alle Tremiti. Da questo episodio, non si può che dedurre l’ appoggio più o meno esplicito della popolazione locale ai turchi: ma ecco che l’opinione pubblica italiana è subito rassicurata: a qualche "sobborgo ostile, chiuso, torvo, mezzo spopolato dall’esodo al campo nemico" si oppone l’insieme della città, molti capi della quale sanno apprezzare "il benessere nuovo che noi portiamo e ammirano soprattutto le strade che i soldati fanno, e ne comprendono l’utilità pel futuro soffermandosi ad osservarle con occhio col quale si guardano cose grandi e belle mai vedute prima. Derna ignorava la strada e ignorava perciò- scrive, certo esagerando, Barzini- quella utile e semplice macchina che è la ruota. In poche settimane ha saltato venti secoli". Un altro tasto della propaganda su cui batte l’articolo è quello della "allegria" dei soldati, che si divertono ad odornare se stessi e le mense dei fiori d’arancio venduti a cesti da "bambine arabe dai grandi occhi e dai volti tatuati", un’allegria temperata però dalla nostalgia di casa, che diventa scherzosa nella freccia "Per Milano km.2000". In questo contesto, appare particolarmente stridente l'iserzione di un episodio macabro come quello della decapitazione di tre beduini di una pattuglia nemica ad opera di tre granate lanciate simultaneamente dalla ridotta "Lombardia": "Si vedevano così bene le tre teste che guardavano da sopra i ruderi del marabutto: una aveva un faccione di negro grosso e tondo" " Le teste sono sparite e sono state trovate il giorno dopo".
