Il Corriere della Sera
I giornalisti e la Cirenaica
Un divieto inopportuno
Lunedì 26 febbraio 1912- Anno 37- Num.57, pp 1
L’articolo prende lo spunto dalla protesta del"Saraceno" per il divieto ai giornalisti di seguire direttamente le operazioni militari in Cirenaica. La proposta avanzata è quella di istituire dei " dei corrispondenti regolari, che abbiano davanti al Governo, davanti al giornale e davanti alla pubblica opinione la responsabilità di ciò che raccontano". Si ovvierebbe così a questo divieto indiscriminato, dipinto come un atto di ingiustizia nei confronti dei soldati in Cirenaica: infatti, "il giornale- si afferma- offre al soldato che si batte una soddisfazione morale importantissima, riferendo il valore suo, del suo reggimento, de’ suoi ufficiali, dandogli la gioia di pensare che alcune ore dopo tutta la nazione per la quale egli si batte s’interessa e si commuove all’opera sua. [ …] la diffusione giornalistica delle notizie ha creato una nuova condizione di cose e […] nel caso particolare, il contrasto fra la comunanza della vita di Tripoli con la vita italiana e il distacco quasi assoluto della vita in Cirenaica dalla vita italiana costituisce una vera iniquità".