Illustrazione italiana
t.a.
Il poeta e gli eroi
4 febbraio 1912, Anno XXXIX- Num.5, pp 110
Si tratta di un articolo a tutta pagina sugli effetti delle "canzoni guerresche di Gabriele D’Annunzio": se il "poeta" è D’Annunzio, gli "eroi" sono gli ufficiali che combattono in Libia e i loro soldati ai quali gli ufficiali hanno letto e commentato ogni canzone, " riletta nelle trincee, portata nello zaino". "Dall’eroico generale Fara all’oscuro cavalleggere in vedetta, dagli ufficiali della Difesa navale di Tobruk agli umili fucilieri incapaci di firmare se non con una croce" molti hanno testimoniato la loro "riconoscenza e il loro amore" a D’Annunzio come attesta un florilegio di lettere e messaggi diversi riportati in stralcio nell’articolo. Agghiaccianti le testimonianze dei genitori di alcuni caduti, il cui nome è citato nelle Canzoni: da San Vito chetino Giuseppe e Margherita Bianco, genitori di Mario scrivono " Avete voluto eternare nel verso il vostro conterraneo che primo sparse il suo giovanil sangue nelle nuova gloriosa gesta d’Italia. Grazie, o Poeta. Noi sino fieri del nostro Mario consacrato doppiamente a sopravvivere, dalla sua fine eroica e dal vostro canto sovrano"; da Roccalbegna, Gaetano Grezzi, padre del cavalleggere di "Lodi" Agide, caduto a Sciara Zama il 26 ottobre 1911, " Al cordoglio della sua perdita è dolce conforto il saper eternato il nome del figlio mio nelle indimenticabili strofe della vostra canzone. Grazie". E Luigi Grezzi aggiunge " Nella Maremma nostra donde trasse i natali "il buon cavalleggere" ventenne, caduto, col viso ardente di coraggio, sotto i colpi degli Arabi "non uomini ma cani"- nella "terra di sepolcri e di forteti" vivrà eterno il ricordo della "schiera della morte", poiché la Canzoni di Diana echeggerà sempre tra le dirupare balze dell’Amiata e lungo le rive "donde il mare etrusco batte".