Illustrazione italiana
Spectator ( alias Alfredo Comandini)
Corriere
12 novembre 1911- Anno XXXVIII-Num.46, pp 508-509
Nel "Corriere" Comandini affronta tra l’altro il tema della censura sulle notizie di guerra, distinguendo tra la censura delle notizie relative alla guerra applicata in Italia, che si stigmatizza con violenza ( " i peggiori istinti polizieschi della censura interna si sono destati, rianimati in questi giorni, […]. È puerili e ridicolo impedire la trasmissione integrale all’estero di telegrammi e notizie già pubblicati dai gionali nostri nell’interno. Ed è ancor più ridicolo, anzi assurdo, far convergere a roma per la revisione tutti i telegrammi ai giornali che l’autorità militare lascia partire, controllati, dalla Tripolitania, creando a Roma una specie di dittatura revisionistica politica, dalla quale arrivano ai giornali dispacci con lacune e mutilazioni, che stimolano gli allarmi, alimentano dicerie, e giustificano le proteste. Per esempio sono morti a Tripoli un maggiore e un tenente del 1 granatieri: la loro morte non è stato possibile nasconderla, ma la censura politica interna non ha ancora lasciato sapere come e perché sono morti!...") e la censura nel teatro di guerra, di cui deve essere arbitra incontestabile l’autorità militare, perché " una guerra combattuta in mezzo a notizie incontrollate e talora pericolosa è inammissibile" " non è ammissibile, non è concepibile il libero sfrenamento delle fantasie e degli umori dei giornalisti".