Il Corriere della Sera
Arnaldo Fraccaroli
Come Ameglio lasciò Bengasi
Domenica, 5 maggio 1912- Anno 37- Num.124, pp 3
L’articolo, in corsivo, di Fraccaroli, è illustrato da due foto: " Ameglio saluta dalla lancia la folla di ufficiali e soldati racatisi alla banchina" e " Il comando di Bengasi accompagna Ameglio all’imbarco". Nel testo predomina l’uso del presente indicativo e del passato prossimo, per dare immediatezza e vivacità al racconto: " In un attimo la Berca è in rivoluzione, " Mentre sta mettendo in ordine le sue carte il generale grida ad alta voce, quella sua voce ch’è secca ma non imperiosa perché sa di essere obbedita con affetto:- Presto, ragazzi! Molto presto! È una partenza alla baionetta!" . Il tema centrale è l’affetto e la stima per il tenente generale Ameglio, testimoniati non solo dai soldati e dagli ufficiali di stanza a Bengasi, ma anche dagli arabi di Sidi Duad e della Berca, il cui imam addirittura è raccontato in lacrime per il dispiacere ( " L’imam di Sidi Duad, appena l’ha saputo, è corso subito al comando della Brigata con un amico suo per salutare il generale. Ed è avvenuta una cosa che può sembrare incredibile: nello stringere le mani al generale e nell’ingarbugliare i loro saluti nell’italiano approssimativo degli indigeni, i due arabi piangevano"). L’intento è quello di delineare attraverso la figura di Ameglio un "tipo" ideale di comandante e un modo "ideale" di condotta della politica coloniale: " Quest’uomo che parte è veramente il condottiero, il comandante che sa trasfondere negli altri la fiducia della propria sicurezza: è un trascinatore. Il soldato gli crede, e lo segue con entusiasmo, gli si affida"; "Il generale Ameglio è stato indubbiamente per gli arabi il più severo: niente carezze e niente vellicamenti. Ingiustizie o eccessiva rudezza, no: ma franchezza ed energia. Conoscitore per esperienza di quella che deve essere la politica coloniale si è tracciato un programma, si è fissato un metodo. E lo segue. E pare che sia il buono." La conclusione coinvolge anche Fraccaroli nella commozione e nell’orgoglio italico: " Ci sentiamo tutti investiti di colpo da una ondata di tenerezza e di entusiasmo e di orgoglio: il soldato italiano non è soltanto forte, è buono. E queste effusioni di affetto fanno bene a tutti".