Il Corriere della Sera
Luigi Barzini
Strano esodo di carovane
22 aprile 1912- Anno 37- Num.112, pp 3
Il corsivo di Barzni occupa 2 colonne intere e tre mezze colonne, con al centro una foto, sottotitolo della foto “L’artiglieria prende posizione contro i nemici”. L’articolo è diviso in paragrafi: Esodo senza ritorno; L’arabo che ha visto Napoli; Il trucco di due vedette; Bombardamento dal mare; Allarme al campo nemico. Barzni firma un altro corsivo che prosegue nella IV p. Paragrafi: Rada fucileria; Il trombettiere Marozzi; I “fischietti” turchi; Audace avanzata; Mitragliatrici in azione; La Checca; La ritirata del nemico. Nel paragrafo “La Checca” si parla dell’episodio di un asino ferito a fucilate, fuggito per qualche passo e poi fermatosi a ragliare. “- La Checca! La Checca!” esclamarono gli altri mulattieri ridendo. Di questo momento terribile essi non hanno visto che il lato comico. La famosa mula protagonista di tante liete storielle del Corriere dei Piccoli è balzata viva alla mente di questi eroici fanciulloni. Un piccolo rumore secco e la povera Checca si accoscia: fa per rialzarsi, ricade. Una palla le ha spezzato una gamba posteriore”. Il culmine dell'articolo è segnato dalla descrizione dell’assalto subito dai soldati italiani della IV compagnia del 35esimo fanteria, in gran parte sardi, “rudi tipi di cacciatori alla posta del cinghiale, indifferenti agli scoppi degli shrapneles turchi”. “Un artigliere è caduto vicino al suo cannone. E’ l’unica vittima della giornata. All’annunzio del colpo è rimasto fermo, immobile, dritto, attento ai comandi. Lo shrapnell turco gli è scoppiato quasi addosso, gli ha sferrato la spoletta attraverso la spalla destra e gli ha crivellato il petto di pallette. Rovesciato sulla coda dell’affusto, sembrava guardare ancora con quel misterioso sguardo dei morti che pare fissarsi al di là delle cose. I suoi compagni lo hanno trasportato giù dalla piazzola rapidamente, in silenzio, poi sono corsi ai pezzi e la batteria ha tuonato. […] Pochi secondi appena; qualche cosa si muove dietro le pietre e fra i cespugli. Un beduino troppo audace si solleva dritto, fa fuoco. Pochi colpi della falciatrice di vite [ la mitragliatrice?] ed egli crolla in uno sventolamento del baracano. Bisogna cercarli uno per uno, scoprirli, spiarli, aspettare il momento buono. Un sergente tiratore scelto non fa altro da sei ore, con una passione feroce. Egli non può adoperare che una mano; ha la sinistra ferita e fasciata, ma un soldato vicino gli carica i fucile ad ogni colpo. Si avvicina la sera. Dei gruppi nemici che si erano tenuti nascosti, si mostrano sulla cresta del costone a destra di Marabutto. Una batteria di montagna da presso la ridotta “A” li saluta con qualche salva ed essi spariscono.”Nella stessa pagina, con prosecuzione alla pagina successiva Barzini firma un altro articolo , "L’inesplicabile attacco arabo-turco del 16 aprile contro la ridotta “Lombardia", che ha un carattere puramente informativo.