Il Corriere della Sera
Luigi Barzini
La vita nuova di Bengasi
10 marzo 1912 - Anno 37- Num.70, pp 3
L'ampio articolo è suddiviso nei seguenti paragrafi: Città di miraggio; I poliziotti arabi; Le difese; Il trenino per Berca; Il campo turco fotografato; Cannonate contro l’aeroplano. L'intento dichiarato è quello di fornire ai lettori dei ragguagli geografici e paesaggistici della Cirenaica, "terra di mistero" rispetto alla più nota Tripolitania. Scrive Barzini: "La Cirenaica ci era finora apparsa un po’ come terra di mistero. L’ampiezza e la quantità di notizie che il Paese riceveva da Tripoli facevano sembrare troppo laconiche e insufficienti le informazioni che venivano da questa parte della Libia fino adesso interdetta ai giornalisti" ci si aspettavano spettacoli di guerra più truci, invece no. " Bengasi è cinta da acque: vista dall’alto in un giorno sereno, ha dell’azzurro tutto intorno: perciò offre un paesaggio incantevole, sfolgorante quando c’è il sole e di tristezza desolata quando il tempo è coperto, perché esso è come un grande specchio del cielo" Un’idea sommaria del paese, necessaria per rendersi conto delle posizioni nostre e comprendere il valore degli avvenimenti è presto data. " Il piccolo golfo della Giuliana, che sarà il futuro porto e che è già un pittoresco ancoraggio di velieri, penetra sul fianco della città a ponente e si espande in una laguna. Alle spalle di Bengasi, tre strani laghi salati , dai quali i turchi ricavarono tutta la montagna di sale di cui abbiamo parlato, si allungano irregolari. A levante della città, una striscia di oasi corre sottile e folta fra il mare e i laghi salati. Oltre i laghi, verso l’interno, una immensa magnifica pianura verde, che per ricchezza di fertilità e aspetto ricorda il Tavoliere delle Puglie, si apre fino alle vaporose ondulate basse vette dell’altopiano del Gebel che formano come una barriera azzurra al lontano orizzonte. Qua e là delle piccole oasi, ciuffi di palmiti che fanno pensare a minuscole isole di questo mare verde".