Il Corriere della Sera
Vico Mantegazza
Ribelli con l’elemetto dei nostri soldati-Il colonnello Moccagatta- Una dimostrazione degli inglesi al colonnello Fara-Il generale Ameglio-Allora e adesso-Deputati e senatori in Africa- Per sfuggire le interviste-Impressioni dell’on. Sonnino-La meraviglia per i nostri buoi- La paura del ghiaccio- Con l’”ultimatum” in tasca!- La rivoluzione cinese e i fatti di Verbicano
, 1 Novembre 1911 – Anno 36 – Num 302, pp 3
Si tratta di un chiaro intervento propagandistico: Mantegazza in questo articolo, segmentato nel titolo in piccolissimi paragrafetti, vuole anzitutto creare un raccordo tra le varie campagne d’Africa combattute dall’Italia fino a questa ultima, vittoriosa, e recuperare a posteriori atti di valore e vittorie precedenti, in modo da esorcizzare il timore dei lettori nei confronti di questa nuova avventura.Per far questo, il giornalista mette in ottima luce i comandanti che in questo avvio dell’impresa libica sono i più noti, Moccagatta, Fara, Ameglio:l’aggettivo che più ricorre è “brillante”, brillanti sono le carriere, brillanti gli attacchi alla baionetta, brillanti le imprese in genere. In questa direzione va anche il confronto con l’Inghilterra, il paese coloniale per eccellenza, di cui si ricorda la stima e le “lusinghiere accoglienze” tributate all’allora capitano fara, dopo il fatto d’arme di Agordat, il 27 giugno 1890. In quest’ottica promozionale, Mantegazza tocca altri due punti scontati: gli indigeni sono dei pigri fanciulloni , indifferenti alle novità della tecnica italiana, come gli aerei, e stupiti davanti ai buoi dalle corna lunghe o dalle lastre di ghiaccio, gli italiani non sono “brava gente con la quale si poteva fare quello che si voleva”, ma eroici soldati.