Il Corriere della Sera
Ettore Janni
Commento alle «Canzoni delle gesta d’Oltremare
1 febbraio 1912- Anno 37- Num.32, pp 3
Il critico così esordisce:« L’Italia ha il poema epico della sua resurrezione novissima dopo i «giorni senz’alba»; e l’ha dal solo che poteva suscitarlo in sé e dagli eventi, con lo spirito intento agli aspetti eroici della vita, sotto il raggiante dominio della decima musa, Energeia» e conclude " Le forti canzoni hanno musicata la diana che scuoteva il torpido cuore d’Italia; hanno pronunciate le armoniosa parole che si affollavano nel pensiero degl’italiani; hanno rianimato, fuor dalle biblioteche e da’ musei, quell’enorme passato della nostra terra di cui non dobbiamo menar pompa con vanità di rètori ma a cui non dobbiamo e non possiamo rinunziare e che può ancora nutrirci con la sua midolla leonina; hanno riattestato anche nello stellante regno dell’arte quel diritto della nostra razza per cui i marinai e i soldati combattono e muoiono come i legionarii di Cesare, come i militi di Duilio, come i mercanti guerrieri delle nostre repubbliche marittime, come nelle steppe di Russia gl’italiani napoleonici, come i vinti e i vincitori nelle battaglie dell’indipendenza, come le vittime della sciagurata impresa eritrea…Questa è la Musa, bella e ardente, che semina il canto, per le estati che verranno, fra la sua gente" ecc…