Il Corriere della Sera
Guelfo Civinini
Fiori di guerra
18 gennaio 1912- Anno 37- Num.18, pp 3
Civinini trascrive una poesia di guerra consegnatagli da un soldato, voce della collettività ( « E chi è il poeta?- » « il poeta proprio è Binando, il “numero cinque” del quarto pezzo; è lui che ha fatto i versi. Ma i pensieri glieli abbiamo detti noi della batteria, tutti insieme…Eccola qua». « Ho aperto il fogliettino, ho letto la poesia […] s’intitola: Il fiore di guerra [ l’emerocàlo]. Ve la trascrivo fedelissimamente. Quest’umil fior del deserto/ per trovarlo…quanto ho sofferto!/ Fiorente e bello fra queste/ scabre collinette/ spande il soave profumo/ delle nostre violette./ E nel dì della battaglia/ bacio il fiore e lo rinchiudo:/ per il bel suolo d’Italia/ il suo profumo porterà,/ A voi care sorelle/ un bacio vi vo’ dare/ ve lo mando questo fiore/ perché vi possa consolare. ».