Enrico Corradini
Sopra le vie del nuovo Impero,- Dall’emigrazione di Tunisi alla guerra dell’Egeo
Treves, Milano, 1912
Si tratta di un istant book sulla guerra italo-turca che raccoglie gli articoli di Corradini pubblicati sull’"Illustrazione italiana" dal 3 marzo al 1 settembre 1912: Le due giornate del trionfo nazionale; Il dramma dei tre popoli, il dominatore, l’indigeno e l’emigrante; La lotta di classe araba, attraverso l’emigrante italiano, contro il dominatore francese; Come sta risolvendosi il dramma dei tre popoli. I figli di Pantelleria; L’imponderabile della reggenza. La sciabola e il codice; Da Brindisi a Rodi; Da Trianda, sul monte Smith, lungo i bastioni; Rodi dei turchi e de’ Cavalieri. Rodi d’Italia; Sopra la città. Il campo degli alpini- La strada nuova- Un villaggio greco; In pellegrinaggio a Psithos; Per l’Egeo- Kos e Kalimno; Kalimno. Leros. Lipso. Patmos. Stampalia; Le opere italiane a Rodi; Il generale Giovanni Ameglio; Le tre soluzioni: la turca, la filellenica, l’italiana; Meditazione sull’Acropoli. Conclude il volume un epilogo "sopra la civiltà commerciale, la civiltà guerresca e i valori morali", dal titolo Il mostro a due teste e i valori morali.
Come nel caso della raccolta di articoli La conquista di Tripoli, immediatamente precedente, la dedica è eloquente: qui però si tratta non tanto di "glorificare" l’artefice di una conquista, come nel caso di Umberto Cagni, quanto di sottolineare polemicamente la momentanea stasi di una vittoria che si teme "mutilata": "Al generale Giovanni Ameglio fermo a Rodi con la vittoria questo libro è dedicato dalla gratitudine e dalla speranza d’un italiano".Gli articoli trattano dell’emigrazione italiana in Tunisia e della guerra nell’Egeo, anche se la Prefazione, datata 4 settembre 1912, ribadisce che le "vie del nostro nuovo impero sono in Tripolitania e in Cirenaica": la "linea di pensiero" tracciata nella prima parte del volume, ambientata in Tunisia, è che "l’emigrazione è in un certo senso un principio d’imperialismo, in quanto […] il popolo che emigra può diventare una materia prima d’imperialismo"; quanto poi alle isole dell’Egeo Corradini, sempre nella Prefazione, scrive una sorta di palinodia autunnale degli entusiasmi estivi, denunciando, di fronte al carattere oscuro delle trattative italo-turche, un contrasto, nel Mediterraneo, tra nazioni "plutocratiche", quali la Francia e nazioni "proletarie", come l’Italia, contrasto che riconduce a Tunisi, "provincia tolta al nuovo impero italiano", luogo "di contatto, di collaborazione e di conflitto"(p.XI), ottimo punto di osservazione per definire "i tre imperialismi, nazionale, plutocratico, turco", dei quali il migliore è quello nazionale, "propagatore della specie e della civiltà", messo in atto dall’Italia( p.XIII) . Dal momento che lo scopo della raccolta in volume e quindi della ripubblicazione in veste unitaria degli articoli è quello di "dare alla nostra guerra un carattere ideale"(p.XII), alla Prefazione, così fortemente impostata in chiave nazionalistica, corrisponde necessariamente un Epilogo altrettanto vigoroso da un punto di vista ideologico. Il mostro due teste ed i valori morali riporta i lettori indietro nel tempo e nello spazio della guerra, a Tripoli, nel novembre del 1911.
Interessante la ripresa di un’immagine cruda della guerra, ( una corona di morti intorno al tronco di una palma vista sulla strada di Sciara Sciat, tre o quattrocento metri dopo il Forte Hamidiè): sfrondato di moltissimi indugi esplicativi e descrittivi, l’episodio riprende l'articolo pubblicato nell’"Illustrazione italiana" del 26 novembre 1911.