Enrico Corradini
La patria lontana
Treves, Milano, 1910
Romanzo, iniziato e concluso da due traversate transoceaniche: dall'Italia al Brasile e viceversa. Il romanzo è bipartito: una prima parte prevalentemente erotica, una seconda politica. Piero Buondelmonti, scrittore nazionalista, si reca in Brasile al seguito di Giovanna Axerio, moglie di un noto medico, positivista e sedicente umanitario. La storia d'amore si concluderà tragicamente con la morte di Giovanna e il ferimento di Piero da parte dell'Axerio. A questo punto, liberatosi dalla passione d'amore, il Buondelmonti riconquista la sua dimensione politica nella convalescenza e una nuova ragione di vita in seguito all'annuncio della guerra di conquista che l'Italia ha intrapreso. I principi ideologici del Buondelmonti, un uomo di cultura toscano educato sui classici, sono enunciati in una serie di conversazioni con gli emigrati italiani e in una conferenza a Rio e si riducano a: nazionalismo nella sua versione apertamente imperialista, che si realizza nell'espansionismo colonialista; eroismo individuale, che si realizza nel mito della classicità, nel culto della nazione e della guerra (è autore di un libro, "Elogio della guerra", che ne mette in luce il valore etico). Su questo secondo punto e sulla comune denuncia della viltà borghese (sua è anche una "Riforma borghese") avviene il suo incontro con il Rummo, un socialista-sindacalista rivoluzionario, che finirà, a fronte della guerra imminente, per convertirsi al patriottismo dell'amico. Sullo sfondo è la denuncia dell'emigrazione, in più luoghi deprecata. Il punto di fusione nazionale fra gli emigrati si registra nel finale, quando l'annuncio della guerra fa sì che siano trascese le diversità delle ideologie e degli interessi individuali e il gruppo dei residenti in Brasile decida di tornare in patria per arruolarsi. Sarà Piero a illustrare di che guerra si tratti e che valore abbia per la nazione giusto quando la nave fa ingresso nel “nostro lago”, il Mediterraneo: quegli italiani sono partiti emigranti e tornano combattenti e già perciò segnano un cambiamento dei destini nazionali. La futura emigrazione sarà in terre italiane e di ligua italiana. La guerra coloniale è perciò intesa come prima tappa della ricostituzione di un impero.